MIRANDOLA. «E pensare che quando ho deciso di presentare l'esposto c'era chi sosteneva che sarebbe stato inutile. Apprendere che invece quella segnalazione è stata presa in considerazione ci fa ovviamente piacere».
Giuseppe Caroli, raggiunto dalla Gazzetta, commenta così gli ultimi sviluppi.
Direttore, cosa si aspetta ora?
«Non voglio entrare nel merito, in questa fase non mi spetta. Sono questioni di competenza dell'autorità giudiziaria. In ultima analisi, posso solo auspicare che venga fatta chiarezza. E che se sono davvero stati commessi reati, l'Ausl ritorni in possesso della cifra importante che ha pagato, così da destinarla ad opere delle quali la sanità modenese ha bisogno. Un milione di euro, tra gli ottocentomila della sentenza e le spese legali».
Cosa accadde?
«Non ero qui, all'epoca della nascita del contenzioso a Mirandola. Al momento dell'arbitrato, restammo molto perplessi delle valutazioni convergenti tra il consulente della controparte De Santis e quello del collegio arbitrale, che era proprio l'ingegner Balducci».
Poi?
«Niente. La decisione del collegio era inappellabile. Quando sono venuto a conoscenza dell'inchiesta di Perugia ho ritenuto di segnalare quanto accaduto».
Nel frattempo c'è stato qualche sviluppo?
«La Guardia di Finanza di Bologna ha acquisito la documentazione presso i nostri uffici. Non conosco gli sviluppi investigativi di quelle acquisizioni, apprendo solo ora che l'atto fa parte della conclusione delle indagini».
Caroli: «Quel giudizio non mi piacque per nulla»

Il manager: «Ora spero che l'Ausl torni in possesso di quanto pagato»