Caro prezzo, caro prezzi, cari prezzi. Ditela un po’ come volete ma la sostanza non cambia: l’inflazione esiste, si fa sentire e le tasche dei modenesi se ne sono accorte. Nel corso dell’anno 2012 a livello generale l’inflazione a Modena, misurata attraverso l’indice dei prezzi al consumo, ha registrato un tasso di crescita medio annuo +2,8%, con un differenziale negativo di 0,2 punti percentuali rispetto al dato rilevato a livello nazionale (+3,0%). Nell’ultimo quinquennio (2007-2012) l’inflazione nel territorio comunale è risultata sostanzialmente in linea, con valori non dissimili da quelli nazionali.
Nel 2012 sono state quattro le divisioni di spesa che hanno registrato incrementi superiori al tasso medio annuale: “Abitazione - energia” (+6,4%) con l’energia elettrica cresciuta del +16,1%; “Trasporti” (+6,3%) soprattutto per effetto dei carburanti; “Alcolici e tabacchi” (+5,9%); “Alimentari e bevande” (+3,4%). In controtendenza, con valori negativi e quindi con prezzi in calo, sono risultate le divisioni: “Comunicazioni” (-2,2%) e “Servizi sanitari e per la salute” (-0,6%). All’interno di ogni singola divisione, è opportuno ricordarlo, qualche prodotto o servizio cresce di prezzo e altri, al contrario, diminuiscono. Così, prendendo ad esempio nella divisione “Alimentari e bevande analcoliche”, tra i prodotti l’aumento percentuale più forte è stato sul sale (+ 20,9%), mentre il tonno in olio d’oliva è cresciuto del +10,6%, i biscotti secchi +6,9% e il riso +6,0%. In diminuzione invece il pesce fresco (- 16,7% quello d’acqua dolce, - 10,2% quello di mare d’allevamento, - 6,4% quello di mare da pescata), così come sono calati il burro (-3,9%) e lo zucchero (- 2,3%).
L’analisi del tasso tendenziale mensile locale evidenzia nel corso del 2012 un posizionamento su valori decisamente alti nei primi nove mesi, trascinato in gran parte dai rialzi dei beni energetici, per poi, a partire dal mese di ottobre, assistere ad un’inversione di tendenza. Il dato tendenziale più basso si è registrato nel mese di novembre (+1,9%), mentre il valore massimo e’ risultato quello dei mesi di febbraio e marzo (+3,2%). Il confronto con i tassi mensili nazionali risulta inferiore nella maggior parte dei mesi dell’anno. Ma questa è solo una magra consolazione.
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