MODENA . La Ferrari potrebbe lasciare Maranello e trasferire la produzione delle auto altrove se i salari dovessero aumentare troppo in Italia. È scritto nero su bianco nei documenti che la Casa di Maranello ha presentato alle autorità statunitensi in vista della quotazione a Wall Street.
TUTELE NECESSARIE PER LA SEC Sembrerebbe una "bomba", in realtà nei documenti consegnati alla Sec - che regola il mercato azionario in Usa - c'è di tutto ed è difficile considerare il testo come un “piano strategico” per lo sviluppo della Ferrari.
Meglio tutelarsi: magari uno compra le azioni, vede che Vettel non vince e, ritenendosi danneggiato, fa causa. Così il numero uno della Fca mette le carte in tavola. E ce le mette davvero tutte: fra le ragioni dei possibili problemi di produzione - e quindi di redditività - elenca terremoti, incendi, inondazioni e uragani, guerre, attacchi terroristici, pandemie. Poi tocca un nervo più sensibile, almeno per noi italiani: fra le cose che potrebbero compromettere i risultati aziendali, cita le agitazioni sindacali, gli inasprimenti fiscali insostenibili e gli aumenti salariali eccessivi.
PRESENTAZIONE SU MISURA PER GLI USA. I documenti per il mercato azionario Usa descrivono scenari anche improbabili. Ma questo non vuol dire che la Ferrari e Maranello siano davvero inscindibili. Marchionne, per il Cavallino, guarda comunque all'estero e non ne fa mistero, anche se corregge il tiro ogni due giorni.
Dopo aver detto pubblicamente di voler trasferire la sede fiscale in Olanda, e aver suscitato paura e sconcerto, ha parlato di "sede legale", poi ha confermato che in Olanda ci sarà la nuova "testa" della Ferrari: la Fca creerà una società per il controllo della Casa di Maranello.
Insomma, qualcosa si muove, anche se non sarà la produzione: è stato ribadito che la Ferrari continuerà a costruire le proprie granturismo a Maranello e a pagare le tasse in Italia. Fino a quando? Sergio Marchionne non ha mai detto “per sempre”. Ed è questo il vero problema. (g.g.)