MODENA. Legittima difesa: alla raccolta firme per una nuova legge hanno aderito 4.300 abitanti di Modena. A Carpi sono andati in Comune a firmare più di 2.660 residenti. A Sassuolo, invece, molti meno: neppure mille. Se Castelfranco è arrivata a quota 1.100, la stessa cifra è stata raggiunta da Finale che ha la metà degli abitanti. Una risposta simile arriva anche da Pavullo che ha superato le 1.300 firme arrivando al 7,6%. Tra i Comuni piccoli a Zocca ha firmato il 15%.
Sono i dati parziali appena estratti dal database alla sede centrale a Roma dell'Italia dei Valori, il partito che ha promosso la raccolta firme per una nuova legge che estenda la legittima difesa oltre al limite attuale permettendo anche una risposta armata ai ladri che mettono in pericolo la vita, soprattutto nel caso il crimine avvenga dentro una proprietà privata come una casa abitata.
Il dato nazionale, spiega la promotrice e portavoce nazionale Idv Daniela Caprino, raggiunge 1.242.960 firme raccolte. La soglia minima prevista per la presentazione alla Corte di Cassazione era di 50mila. Ventiquattro volte di più, insomma. Un segnale molto forte da parte della popolazione italiana, anche se il numeri assoluti sono minoritari: ha firmato uno su 60. Ma è anche un dato che va letto con la massima cautela. Questi dati non vanno considerati come se fossero risultati di un’elezione politica. È invece vero che alcuni movimenti e partiti – oltre i promotori dell'Idv – ne fanno una questione politica e lo è anche perché chi vuol cambiare la legge deve comunque passare attraverso l'iter parlamentare. Queste firme parlano invece di un’esigenza - giusta o sbagliata se ne può discutere - che nasce da un reale malessere sociale e da una richiesta che arriva dal basso. Nasce dalla paura del crimine in casa, dal moltiplicarsi di notizie di aggressioni, da fatti gravi avvenuti nel vicinato, da sentenze incomprensibili scaturite da leggi che sembrano sempre più inadeguate ai tempi e che a volte, paradossalmente, proteggono più i criminali che le vittime. Per questo la percentuale che ricaviamo tra firme e abitanti va vista come un'indicazione su un territorio comunale specifico che ha i suoi drammi, i suoi problemi, le sue paure. Non spiega perché Sassuolo ha così poche firme rispetto, per dire, a Finale, ma ci invita a cercare il motivo.
Modena ha raccolto 4.307 firme. Un dato del 2,3% rispetto alla popolazione che pare nella media provinciale. Il record per i grandi centri va a Pavullo con il 7,6%. Segue Finale con il 7%, un dato che colpisce: nella vicina Mirandola si raggiunge la metà, con il 3,8%. E poi c'è Formigine: 5,1%. A Carpi ha firmato il 3,6% mentre a Castelfranco il 3,3%. (Manca il dato su Vignola).Passando ai centri più piccoli, l'Idv ha fornito questi dati (mancano molti Comuni): a Nonantola 466 firme, a Guiglia 552, a
Savignano 577, a Zocca 559, a Maranello 642, a Serramazzoni 647, a Castelnuovo 692, a Sestola 261, a Palagano 273, a San Prospero 233, a San Possidonio 191, a Pievepelago 184, a Prignano 284, a Fiorano 318, a Bomporto 358, a Palagano 385, a Montese 388, a Cavezzo 405. Tra i Comuni piccoli a Zocca il 15% degli abitanti chiede più legittima difesa e nella vicina Guiglia ha firmato il 13%. Restando in montagna, a Montese il Comune è andato a firmare l’11%. Scendendo, a Savignano ha aderito il 6,7% mentre a Castelnuovo il 4,6, un dato comunque alto, più alto di quello di Modena città. La percentuale risale verso al Bassa: a Cavezzo il 5,7%, a Finale il 7%.Non esiste un dato complessivo sulla provincia, ma il dato sui capoluoghi di città in Emilia è importante. A Reggio la raccolta firme ha raggiunto quota 2.646 su 170mila abitanti. Pur avendo quasi 15mila abitanti meno di Modena, questa città, in pieno boom, ha la metà di residenti che promuovono questa legge. A Bologna sono 5.628 le firme raccolte su una popolazione di circa 376mila abitanti. In altre parole, il doppio di Modena e un numero superiore di solo un quarto. In altre parole a Reggio ha firmato solo l’1,5% e a Bologna ancora meno: l’1,4. A Modena quindi il malessere è più forte?