MODENA. Qualcuno apre, qualcun altro… no. Perché se negli ultimi anni l’offerta cittadina in termini di supermercati di medie dimensioni è letteralmente esplosa, dall’amministrazione comunale è arrivato anche qualche “no” ai big della grande distribuzione che volevano insediarsi in città.
È il caso di Aldi, il colosso tedesco del discount, che dopo aver incassato la bocciatura del Comune per il punto vendita di via Fossa Monda nord, dietro ai Portali, ha aperto il primo supermarket modenese a Mirandola. Ma nei giorni scorsi il Comune ha formalizzato anche un secondo “no”, che riguarda sempre il mondo dei discount: in questo caso, la richiesta arrivava dal gruppo Eurospin, che dopo la chiusura del punto vendita di viale Corassori, nel maggio scorso, contava di riaprire dall’altra parte della via Giardini, ovvero in viale Amendola.
Un progetto che almeno per ora resterà nel cassetto del gruppo veronese, dal momento che il Comune, con una delibera del 9 ottobre scorso, ha detto “no” alla manifestazione di interesse avanzata da “Spesa intelligente spa”. Facendo un passo indietro, la palazzina individuata per la nuova apertura era quella del civico 414 (di fronte alla “Baracchina”), un edificio abbandonato da tempo e finito più volte al centro di casi di cronaca: ad aprile scorso i vicini avevano chiamato i vigili del fuoco per un incendio, e dal sopralluogo era emerso un quadro sconfortante, con rifiuti e tracce di bivacchi ovunque. Un covo-dormitorio, insomma, che il gruppo veronese avrebbe voluto trasformare in una medio-piccola struttura di vendita alimentare, demolendo il fabbricato e costruendone uno nuovo da 799 metri quadrati. Ma il supermercato di viale Amendola, dunque, non aprirà, perché dall’amministrazione comunale è arrivato un doppio “no”: il primo era arrivato l’anno scorso, quando il Comune aveva motivato la bocciatura con «le difficoltà di integrazione con la viabilità esistente, con un aggravio del carico urbanistico e un peggioramento dei livelli di qualità e sostenibilità sull’adiacente contesto urbano prevalentemente residenziale».
Concetti ribaditi anche nella nuova delibera, che dice ancora “no” a Eurospin dopo la richiesta di riesame della pratica. Riesame che è stato dunque negato da piazza Grande, «poiché non sono state presentate osservazioni al diniego - si legge nella delibera - ma sono state proposte nuove soluzioni che necessitano di ulteriore istruttoria». Ma al fine di ammettere l’istanza, fa notare ancora il Comune, «occorrerebbe riattivare nuovi termini per tutti i concorrenti», e dunque «non ci sono le condizioni per procedere per la riapertura dell’avviso pubblico». Del resto, la nuova delibera fa notare anche «l’interferenza della proposta con il quartiere residenziale limitrofo (via Brunelleschi, via Palladio, via Bernini, via Bramante) da qualificare come futura “zona 30”», mentre «un peggioramento dei livelli di qualità attuali si avrebbe anche sotto l’aspetto della rumorosità, dovuto al carico e scarico delle merci che una medio-piccola struttura di vendita alimentare può comportare». Una bocciatura che probabilmente piacerà alle associazioni ambientaliste, ma un po’ meno ai residenti, che da tempo sperano che quella palazzina trovi una formula diversa da quella del... dormitorio. A pronunciarsi sulla situazione, comunque, sarà anche il Tar dell’Emilia Romagna, dal momento che il 13 giugno scorso le società “Levante srl” e “Spesa intelligente” hanno fatto ricorso chiedendo di annullare la delibera comunale che ha bocciato il progetto. —