MODENA. L’avvocato e testimone diretta di una terribile violenza, Lucia Annibali interviene sul caso di Ghizlan. Nel 2013 Lucia è stata sfregiata con l’acido da due uomini mandati dall’ex fidanzato Luca Varini. Da allora non si è mai arresa e oggi, deputata Pd, combatte per la giustizia delle donne vittime di violenza.
È sempre una tristezza leggere queste notizie, provo un forte senso di sgomento e allo stesso tempo mi pongo anche delle domande. È triste pensare anche a quello che c’è stato prima dell’omicidio perché questi sono episodi che concludono un percorso molto difficile, doloroso e pesante, vissuto anche in solitudine. Anche quando si sopravvive non è semplice».
La vittima aveva denunciato il marito due settimane prime e come lei tante altre donne. C’è una mancanza di pronto intervento da parte delle istituzioni?
«Penso che si debba guardare caso per caso. Bisogna in realtà conoscere i fatti, a me non piace dare giudizi in generale. Sicuramente credo che si debba lavorare su una risposta che sia il più tempestiva possibile quindi su una protezione che sia adeguata e veloce. Inoltre, leggendo le varie interviste e articoli di tante esperte e magistrati, emerge sempre questa difficoltà nel credere profondamente alla storia di violenze e quindi la credibilità è qualcosa su cui bisogna lavorare ma questo riguarda anche il profilo culturale. In questi tipi di reati è fondamentale riuscirsi a liberare da un pregiudizio».
Lei parla di "profilo culturale" è un tema sul quale si deve ancora lavorare?
«Secondo me si. Purtroppo, e questo succede anche nei processi, c’è sempre un sorta di principio del doversi difendere ma questo non vuol dire che non ci siano gli strumenti normativi, questo non è così. Forse vanno conosciuti e applicati meglio, con maggior consapevolezza e coscienza e sicuramente dove si può provare a migliorare è giusto farlo».
In Parlamento che cosa si sta facendo e qual è, a suo avviso, la strada da perseguire?
«Sono in commissione giustizia alla Camera e la prossima settimana inizieremo a discutere di una serie di progetti di legge che ruotano intorno a questo famoso codice rosso, un’occasione quindi per partire da quello che c’è sul piano normativo che è tanto e anche molto interessante. Dal mio punto di vista bisogna aggiungere delle modifiche sul piano normativo per cercare di rendere più efficace e più rapida la protezione anche sul piano delle misure cautelari». —