Il caso
Luca Gardinale
Magari il Pd farebbe anche cambio: qualche dirigente con velleità di sedere sulla poltrona più alta del Comune per un po’ di voti alle amministrative.
Del resto, se con un po’ di fatica - cosa sarebbe successo a Modena se Gian Carlo Muzzarelli non avesse dato la disponibilità al “secondo giro”? - i dem stanno riempiendo lo scacchiere provinciale dei candidati a sindaco, dall’altra parte la situazione è un po’ diversa: la Lega, che alle amministrative del 26 maggio si giocherà con il Pd il ruolo di primo partito in tanti Comuni modenesi, sta incontrando parecchie difficoltà a trovare i candidati in diverse realtà della provincia.
Una situazione singolare, se si pensa che mai come ora il Carroccio potrebbe mettere a segno diversi colpi in una provincia “rossa”, ma comprensibile alla luce del fatto che un partito commissariato ovunque e strutturato solo in alcune realtà (Sassuolo e Modena sono quelle più solide) si è trovato nel giro di un paio d’anni a passare da Cenerentola dell’opposizione a forza catalizzatrice per tutti i progetti anti-Pd.
Il risultato di questa situazione è che da una parte ci sono realtà importanti (come Fiorano) in cui la Lega non riesce a trovare un candidato sindaco, e dall’altra diversi Comuni in cui il profilo della persona scelta non è esattamente “leghista”.
La cosa vale per Modena, dove il candidato Stefano Prampolini, pur essendo stato uno dei primi segretari leghisti modenesi, nella conferenza di presentazione non ha nascosto il passato vicino al centro dell’odiato (dalla Lega) Carlo Giovanardi, ma anche per Maranello, dove il candidato scelto dal Carroccio, il consigliere Luca Barbolini, ha un passato da assessore in una giunta di sinistra, tanto da portare all’unica (per ora) rottura con gli alleati di Fratelli d’Italia. Ma la difficoltà a trovare un candidato passa anche per Carpi e Sassuolo: nel primo caso il Carroccio ha optato per una donna di Novi (Federica Boccaletti) e dall’altra non si è riusciti a trovare un’alternativa più “fresca” e apprezzata dagli alleati di Francesco Menani, vicesindaco ai tempi della giunta Caselli.
Uno scacchiere al quale stanno lavorando i quattro “big” del Carroccio modenese, ovvero il tandem Bagnoli-Vernole per Modena, il commissario Bargi per il distretto ceramico e la zona pedemontana e il parlamentare Golinelli per Carpi e l’Area nord. «Il punto di partenza - spiega Bargi - è dare ai cittadini un’alternativa al Pd, il che significa che dove abbiamo una struttura c’è una scelta della “base”, mentre dove la struttura manca andiamo alla ricerca di un candidato il più possibile alternativo e “di garanzia”: in alcune realtà sarà necessario fare delle scommesse, partendo però da persone in linea con i nostri valori».
Del resto, se negli ultimi mesi tanti cittadini si sono fatti avanti per aiutare, trovare persone disposte a fare il candidato sindaco non è scontato: «Molti di quelli che si sono avvicinati a noi sono rappresentanti del ceto medio, piccoli imprenditori e commercianti - aggiunge Bargi - e quindi persone disposte a darci una mano, ma che non possono mettere da parte l’attività lavorativa per affrontare una campagna elettorale e magari cinque anni di mandato. Del resto - chiude con una stoccata al Pd - noi non abbiamo decine di persone che vivono di politica...». —
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