MODENA. «Hanno imbrattato ancora una volta - spiega don Luigi Biagini, arciprete maggiore del Duomo - i leoni della cattedrale. Non è la prima volta che accade ed è una mancanza di rispetto e un segno evidente di ignoranza. Dovremmo cercare di capire chi è stato per questo vorremmo sapere se le tante telecamere nel sito Unesco funzionano. Per questi motivi oltre che predisporre il progetto di intervento mandato alla Soprintendenza abbiamo interessato anche il Comune».
Il religioso è su tutte le furie perché durante il Giovedì grasso o nella notte seguente qualche buontempone con una bomboletta spray ha pensato bene di lasciare alcuni segni (della propria inciviltà) su uno dei leoni in marmo davanti alla Porta Regia. Siamo sul lato sud del Duomo, quello che affaccia in piazza Grande, e il danno è ancora lì. Molto visibile. Un paio di brutti segni di colore verde realizzati con la bomboletta, forse da un ragazzino in vena di sciocchi gesti goliardici, sul leone in pietra davanti al portale laterale di accesso alla chiesa e anche sulla base della statua stessa.
Per porre rimedio ai danni occorrerà spendere dei soldi dopo avere interessato gli organi competenti alla tutela del monumento, per questo la Diocesi si è già mossa. «Abbiamo predisposto tramite i nostri esperti che hanno restaurato il Duomo - spiega don Biagini - la segnalazione alla Soprintendenza con il progetto di pulitura. Mi auguro non siano danni gravi, ma ne approfitto anche per segnalare un’altra abitudine davvero poco meritoria. Ogni giorno sono tante le persone che si siedono sui gradini del Duomo e questo non è un male, ma troppo spesso cittadini e turisti lasciano cartacce e resti di cibo. Non siamo su un prato e quella non è zona da pic-nic». Ci vuole insomma più attenzione nel sito Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, anche perché il comitato che lo gestisce negli ultimi anni sta volgendo un lavoro prezioso per la tutela, il monitoraggio e la valorizzazione del Duomo, Ghirlandina e piazza Grande. Ma c’è ancora da fare, tenuto anche conto che ancora ieri la “preda ringadora” era utilizzata per appoggiarvi materiali, quasi fosse una mensola nel garage di casa e non un monumento antico tutelato.
Ecco perciò che la Diocesi, oltre ad interessare la Soprintendenza, ha scritto ieri anche al Comune. All’ente locale l’istituzione religiosa chiede come si possano utilizzare le numerose telecamere nella zona per tentare di individuare il vandalo intervenuto sul Duomo. «Anche perché - spiegano dalla diocesi - ogni anno durante il carnevale succede qualcosa e, più in generale, qualcuno imbratta il Duomo almeno due-tre volte l’anno. Ora basta». L’ultimo danno sulla cattedrale, sulla quale è appena terminato il lungo restauro affidato all’architetto Elena Silvestri, è appunto sulla Porta Regia. Detta anche “Porta di Piazza” è stata realizzata nei primi anni del ‘200 giustificata dal fatto che il lato “lungo” della chiesa, quello a sud, è su piazza Grande che proprio dal XIII secolo vede crescere l’importanza delle sue funzioni laiche, municipali e commerciali. —