SESTOLA. Il paese ha perso un pezzo della sua storia più gentile e raffinata. Giovedì se n’è andato Gianni Bertoli, fratello del celebre cantautore Pierangelo e fondatore nel 1972 dell’hotel ristorante San Rocco, uno dei punti più alti dell’accoglienza turistica di Sestola. Aveva 75 anni e si è spento all’improvviso: stava facendo una Tac al Policlinico (aveva da tempo una delicata situazione polmonare) quando è stato colpito da arresto cardiaco. Vani tutti i soccorsi. Oggi alle 15.40 la partenza dalle camere ardenti del Policlinico per la cremazione a San Cataldo: com’era stato per Pierangelo nel 2002, anche per lui nessuna cerimonia civile o religiosa. Aveva espresso da tempo questa volontà, e la famiglia l’ha rispettata.
Lascia un enorme vuoto al San Rocco, dove la sua eredità alberghiera è raccolta dai figli Manuela e Vittorio assieme alla mamma Brunella Menetti, la regina della cucina. Con lei Gianni decise di abbandonare la carriera musicale (era uno dei più grandi batteristi italiani) per dedicarsi alla ristorazione. A suo modo, cioè cercando sempre l’eccellenza in quello che faceva, così da far diventare subito il San Rocco una delle perle sestolesi (nel centrale Corso Umberto I), celebre per la sua cucina ma anche per l’enoteca a cui lui stesso, da raffinato sommelier, si dedicava con passione.
«Ci ha sempre detto: quando si fa qualcosa nella vita bisogna farlo bene» ricorda Manuela, ancora visibilmente scossa. «Si possono dire infinite cose di lui, o semplicemente che era un grande uomo, carismatico, altruista e forte fino alla fine dei suoi giorni, padre e marito fantastico».
Ieri per tutto il giorno è stata fila alle camere ardenti: in tantissimi hanno voluto rendere omaggio a quest’uomo d’altri tempi, che se n’è andato senza far rumore. Per oggi alcuni amici stavano pensando a un saluto in musica, sulle orme di Pierangelo.
A nome dei sestolesi, con cui ha diviso tante stagioni, il cordoglio del sindaco Marco Bonucchi: «Ha fatto veramente tanto per portare in alto il nome di Sestola con un’attività e una professionalità che hanno dato lustro al paese - dice - è una grande perdita per tutti. Per me personalmente quella di un amico squisito, come tutta la sua famiglia». —