FINALE. Intuito e pazienza: sono gli ingredienti che hanno permesso alla polizia Stradale di Mirandola e Modena di scoprire una banda di ricettatori di origini calabresi e soprattutto di recuperare sei mezzi da cantiere (quattro miniescavatori e due furgoni), preziosi attrezzi da lavoro per i piccoli artigiani che operano nella Bassa. L’operazione è scattata nella tarda serata di lunedì quando una pattuglia della Stradale di Mirandola ha notato a Cà Bianca, sulla Panaria Bassa - a pochi chilometri da dove in aprile sempre la polizia e la municipale ritrovarono altri mezzi da cantiere rubati - un autocarro Iveco con un miniescavatore caricato sul cassone.
Un trasporto sospetto e inusuale per quell’ora tanto che gli agenti hanno pensato di seguirlo a debita distanza. E così, attraversando strade secondarie e addirittura alcune bianche, sono arrivati nella zona artigianale di Massa. Il sospetto che qualcosa di illecito si stesse concretizzando ha iniziato a prendere forma e la Stradale ha organizzato in poco tempo un lungo e meticoloso appostamento. Ore di attesa in cui è stato annotato un considerevole transito ripetuto sia di autocarri che trasportavano miniescavatori sia di autovetture che, alternandosi, sorvegliavano la zona. Poteva scattare il controllo, ma l’intuito ha permesso un risultato ancora migliore.
Nella rete non sono finiti soltanto i ricettatori, ma anche coloro che avrebbero dovuto trasportare i mezzi in Bulgaria, mercato prescelto per la vendita di un bottino del valore quantificato in circa 70mila euro.. La svolta è infatti arrivata all’alba di martedì quando nell’area artigianale è arrivato un camion con targa bulgara. È stato in quel momento che la Stradale - impegnata con quattro equipaggi - ha fatto scattare l’imponente blitz. Nell’autoarticolato erano già stati caricati quattro miniescavatori, rubati nella Bassa e a San Giorgio di Piano, sui quali erano state applicate targhette di identificazioni apocrife per eludere successivi controlli durante il trasporto e due autocarri Fiat Iveco, anch’essi rubati.
«Sono stati anche sequestrati 25.835 euro - fa sapere la polizia - probabile provento della vendita dei mini escavatori; dei punzoni numerici per alterare i numeri di telaio; rampe da carico in alluminio, nonché 11 targhe di autoveicoli e due carte di circolazione, allo stato non oggetto di furto ma in ordine ai quali sono in corso accertamenti».
Tutti i presenti a ridosso del capannone monitorato sono stati bloccati e per loro è scattata una denuncia per ricettazione visto che l’arresto non è previsto per questo reato. Si tratta di quattro italiani, già conosciuti alle forze dell’ordine e i due bulgari. Nei guai sono finiti il 38enne M.B., nato a Gioia Tauro e residente a Mirandola; il 36enne D.B. di Gioia Tauro e residente a San Felice; M.B., 46enne di Reggio Calabria e residente a Bastiglia; il 24enne D.D., di Gioia Tauro e due stranieri di 53 e 41 anni. —
F.D.