MODENA. Se il Carroccio è cresciuto tanto anche in Emilia-Romagna, al punto da avere la possibilità di conquistare la regione, «è perchè sono state fatte politiche sbagliate in questi anni. E l'esempio più eclatante è l'autonomia regionale, con cui Bonaccini ha legittimato la Lega».
E' con questa convinzione che l'altra emilia-romagna ha deciso, dopo cinque anni all'opposizione in Regione, di correre ancora una volta da sola, in alternativa sia alla destra («Il vero nemico da battere») sia al centrosinistra del governatore uscente, Stefano Bonaccini. Il candidato presidente è Stefano Lugli, segretario regionale di Rifondazione Comunista e consigliere comunale a finale, attivo da anni anche nei comitati contro l'autostrada cispadana e il deposito gas di Rivara.
Non sarà della partita invece l'attuale consigliere regionale dell'Altra Emilia-Romagna, Piergiovanni Alleva, che sabato era alla presentazione della lista di sinistra Coraggiosa in appoggio proprio a Bonaccini. «Mi sarei aspettato di vederlo al nostro fianco, ma ha fatto una scelta diversa - commenta Lugli, che a Bologna ha presentato la sua candidatura - noi siamo stati coerenti con quanto abbiamo fatto in questi anni e con il percorso assembleare dei mesi scorsi, che ha deciso di proseguire in questo percorso. Se loro sono coraggiosi, noi siamo eroici».
L'Altra Emilia-Romagna, nata dall'esperienza della lista Tsipras alle Europee 2014, lancia poi un appello alle altre forze di sinistra, sia alleate con Bonaccini sia in opposizione (come Potere al Popolo), per compattare il fronte. «Parliamo di contenuti- esorta lugli- chi vuole costruire con noi questa alternativa, è bene accetto». E rispetto alla coalizione a supporto di Bonaccini, aggiunge: «Non è mettendo insieme pezzi diversi in modo algebrico che si sconfigge la Lega». L'Altra Emilia-Romagna si rivolge dunque a «quell'elettorato di sinistra che senza di noi non andrebbe a votare - spiega Lugli - e ai delusi dell'M5s. La destra resta il nemico da battere, ma non prescindendo dai contenuti».Lugli, che domani sera giovedì 14 novembre sarà in Piazza Maggiore insieme alle "Sardinè contro Salvini" («E' importante esserci»), spiega che la scelta di correre in alternativa «non è dettata da un pregiudizio ideologico ma da un giudizio negativo di merito sulle politiche della giunta Bonaccini». Prima fra tutte il progetto di autonomia, che L'Altra Emilia-Romagna chiede di ritirare. «Approvarla prima del voto, come vuole Bonaccini, è una scelta assolutamente sbagliata che legittima la Lega - attacca lugli - non è corretto, il presidente rimandi la palla alla prossima legislatura». Anche il lavoro è uno dei punti cardine del programma, spiega Lugli, in particolare «eliminare le coop spurie e impedire le esternalizzazioni».
Sul fronte ambientale, «vogliamo cancellare la sciagurata legge urbanistica, che apre la porta a nuove cementificazioni, e rovesciare le priorità del piano trasporti». L'Altra Emilia-Romagna propone poi l'introduzione della "Carbon tax", lo stop alle trivelle in Adriatico e la revisione del Piano Rifiuti «che punta ancora sulle discariche». E ancora, continua Lugli, «vogliamo che la scuola sia pubblica, laica e gratuita dal nido all'università», mentre in campo sanitario la proposta è di «mettere un tetto alla presenza dei medici obiettori» negli ospedali. Infine, sostiene il candidato presidente, «è ora di mettere al bando tutte le forze neofasciste. C'è stata troppa tolleranza in questi anni, occorre un argine netto».