MODENA. Cinque medaglie d’onore, concesse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e consegnate ieri pomeriggio in Prefettura a Modena.
È stato scelto il Giorno della Memoria, dedicato alle vittime del nazifascismo e allo sterminio degli ebrei e di altre minoranze, per la consegna della medaglia d'onore alla memoria per gli internati nei campi di concentramento militari nazisti; a ritirare l’onorificenza anche Novella Corsi, madre di Vasco e vedova di Giovanni Carlo Sisto Rossi, accompagnata dal figlio del Blasco, Luca Rossi.
Il papà di Vasco, nato a Zocca il 28 luglio 1923 e deceduto nel 1979 all’età di 56 anni in seguito a un incidente, fu catturato dai nazisti sull’isola d’Elba all’età di 20 anni, dopo essersi rifiutato di andare a combattere per la Repubblica di Salò. Fu internato a Dortmund, Stalag VI D, dal 17 settembre 1943 al 16 ottobre 1945. Nei mesi scorsi, Vasco scrisse un post su Facebook in memoria di suo padre e Elisa Bonacini, dell’Associazione internati militari italiani, fece sapere della possibilità di ottenere il conferimento postumo della medaglia d’onore.
«Ringrazio tanto la dottoressa Bonacini - ha detto commossa Novella Corsi - per questa occasione. Vasco è molto contento, anche perché non ha potuto conoscere molto il suo papà a cui era molto affezionato e che, purtroppo, non ha potuto vedere la carriera di mio figlio».
Una giornata importante per la madre del Blasco: «Non è potuto essere qui - ha aggiunto - per impegni pregressi, ma avrebbe voluto, per ricordare suo padre. Dopo i suoi primi concerti, alcune sue fans mi raccontavano che secondo loro “Ogni volta” era dedicata a Carlino perchè Vasco, quando cantava, si voltava, come se suo padre fosse lì. E per questo è la mia canzone preferita».
Alla cerimonia, presente anche il sindaco di Zocca Tanari: «È una giornata importante per la nostra comunità - ha spiegato - perchè attraverso una figura così conosciuta abbiamo potuto puntare un riflettore con una luce più intensa su coloro che sono stati gli internati militari italiani».
A ritirare la medaglia anche Maria Teresa di Caro e Chiara Bertoli, rispettivamente figlia e nipote di Andrea di Caro, fatto prigioniero degli inglesi all’età di 18 anni. Fu internato dall’11 settembre 1943 all’8 aprile 1945 presso il campo di Stalag XI in Germania. E c’era poi Daniele Brighetti, figlio di Antonino Brighetti deportato dal 9 settembre 1943 al 20 marzo 1945. Manzotti Davide ha invece ritirato la medaglia in onore del padre Renato Manzotti deportato dall’8 settembre 1943 al 1 maggio 1945: durante l’internamento fu costretto a mangiare l’erba per sopravvivere, arrivando a pesare 45 kg.
Silvio Zaro era presente per il fratello Mario Zaro, deceduto il 9 marzo 1945 a Mauthausen. Risultato disperso, era stato dichiarato morto da un giudice di Pirana e, la famiglia, è venuta a conoscenza della notizia solo nel luglio 2019.
«Aveva 18 anni - spiega Silvio Zaro - e la sua scomparsa è stata difficile soprattutto per nostra madre. Eravamo otto fratelli, e nostra madre non si è mai ripresa». —