MODENA. Per chi ama le grandi marche, il “paradiso” è il Super Rossetto di Fiorano, che ancora una volta si conferma l’insegna più conveniente della provincia per il segmento dei prodotti più diffusi. Volendo rimanere in città, a cavarsela bene sono anche il supermercato U2 di via Allegri e i due ipermercati cittadini a marchio Coop, insieme a quello di Carpi.
A mettere insieme la “mappa” degli acquisti nei 49 punti vendita della grande distribuzione della provincia - 47 tradizionali e due siti web per la spesa online - è stata come sempre Federconsumatori Modena, che ieri ha presentato la 26esima indagine sui prezzi. Un’indagine condotta nel mese di luglio su un paniere di 245 prodotti alimentari confezionati e freschi.
Una ricerca che quest’anno è stata particolarmente complessa e articolata, e da cui emergono diversi elementi: «Per prima cosa - spiega il presidente Marzio Govoni, che ha coordinato il lavoro curato da Giuseppe Sandro Dima e Pamela Bussetti - notiamo una variazione dei prezzi al consumo nella nostra provincia: se fino al 2018 la tendenza è stata in linea con quella nazionale, e frequentemente al di sotto di quella regionale, negli ultimi due anni i prezzi nei punti vendita modenesi hanno superato quelle medie». Tra il 2019 e il 2020, dunque, i prezzi medi in provincia sono aumentati dello 0,6% in più rispetto alla media nazionale e regionale. «A questo dato hanno contribuito gli incrementi dei prodotti alimentari - spiega Govoni - di abbigliamento e calzature, ma anche la minore riduzione dei prezzi su abitazione, acqua, elettricità e combustibili».
Un altro elemento che emerge dall’Osservatorio è la continua flessione degli ipermercati, che da una parte in provincia hanno raggiunto il livello di saturazione, e dall’altra con l’emergenza hanno subito un calo dell’indice del valore delle vendite al dettaglio, facendo segnare un -2,3% tra agosto 2019 e lo stesso mese del 2020. A crescere è invece il segmento supermercati (+1,8%), ma la parte del leone spetta ai discount, che hanno guadagnato il 4,8%.
Il balzo più importante è stato quello del commercio elettronico, che tra agosto 2019 e lo stesso mese del 2020 è cresciuto del 36,8%. Numeri particolarmente interessanti sono quelli relativi al comportamento dei consumatori modenesi: se prima dell’emergenza il 27,9% degli intervistati faceva la spesa almeno una volta alla settimana in un ipermercato, durante il lockdown la percentuale è scesa al 18%. E se prima dell’epidemia il 20,4% dei modenesi faceva la spesa online almeno una volta alla settimana, il numero è più che raddoppiato (47,4%) durante i mesi del lockdown.
Ma uno degli aspetti centrali dell’indagine di quest’anno riguarda la forte riduzione della forbice tra i punti vendita che applicano i prezzi più alti e quelli più economici: «Un dato non semplice da interpretare - commenta Govoni - anche se è difficile non pensare ad un effetto della pandemia». Un altro effetto dell’emergenza sanitaria è senza dubbio l’aumento esagerato dei prezzi dei prodotti freschi, con la frutta che per diversi prodotti ha visto rincari del 20%: «Nel generale silenzio e senza alcuna azione di contrasto - chiude Govoni - i prezzi di quei prodotti sono deragliati verso limiti mai raggiunti prima». —