MODENA. Tutti assolti. Il reato di corruzione sparisce per il professor Massimo Giuseppe Sangiorgi, allora capo di Emidinamica del Policlinico e allora considerato dalla Procura e dai Nas di Parma il “deus ex machina” delle sperimentazioni occulte, e il reato che gli viene contestato è prescritto: abuso in atti di ufficio. Finisce così a otto anni esatti di distanza dalla clamorosa retata di cardiologi del Policlinico – nove arresti e 70 indagati, 12 aziende biomedicali incriminate – la più clamorosa inchiesta della Procura di Modena degli ultimi dieci anni.
La corte d’Appello di Bologna ha infatti stabilito che non ci fossero illeciti per i 12 imputati condannati in primo grado, tutti accusati di episodi legali al presunto giro di esperimenti con stent e apparecchiature fuori dal controllo etico del Policlinico in cambio di sponsorizzazioni occulte – che ha fatyto tanto discutere. Il professor Sangiorgi ne esce così pulito, come i suoi assistenti Biondi Zoccai, Aprile, Politi (tutti cardiologi) e Clementi (analista dei dati clinici) e anche tutte le figure del biomedicale coinvolte in questa maxi-inchiesta giudiziaria. In secondo grado sono cadute le accuse di associazione per delinquere e di corruzione.
Come noto, la professoressa Maria Grazia Modena, allora direttrice della Cardiologia, era già stata assolta in appello dopo una condanna a 4 anni in primo grado al termine di un processo abbreviato