SASSUOLO C’era un silenzio surreale ieri all’istituto “Volta”, dove Giuliano Napoli frequentava la 2D, indirizzo elettronica. Un silenzio che è calato sulla scuola, tra quei corridoi in cui riecheggiano di solito le risate degli studenti, verso le 10. È stato a quell’ora infatti che è arrivata la conferma: il ragazzo 16enne morto in un incidente in scooter poco prima del suono della campanella di cui si era già sparsa la voce, era proprio uno studente del Volta. Era Giuliano Napoli, che tutti, dai docenti ai compagni, descrivono come solare e sempre disponibile oltre che grande appassionato di moto.
Il prof. Michele Martellotta, docente di religione, collaboratore della preside e referente del plesso, era proprio in 2D quando è arrivata la tragica notizia: Giuliano era un suo alunno. «I compagni di classe – racconta il prof. Martellotta – lo hanno visto arrivare qui. Poi mentre stava parcheggiando lo scooter, forse perché aveva dimenticato qualcosa a casa, è tornato indietro».
Non è mai entrato dunque a scuola Giuliano Napoli che pochi minuti prima del suono della campanella ha trovato la morte. E adesso i compagni di classe dovranno essere seguiti nell’elaborazione del lutto: «I ragazzi – aggiunge la dirigente scolastica – sono chiaramente sotto choc. Abbiamo già contattato il nostro sportello psicologico, perché dovranno essere sostenuti. Lo psicologo innanzitutto ci ha dato indicazioni su come gestire la situazione in questo momento, poi inizieremo un percorso».
Gli studenti verranno ascoltati e aiutati ad affrontare questo momento di enorme dolore. «Stanno vivendo tutto con molto rispetto – interviene il prof Martellotta – oggi c’è un silenzio surreale, che sta a significare la loro consapevolezza di quello che è successo. Giuliano era un ragazzo molto solare, sempre capace di mettersi in gioco. Era disponibile a confrontarsi e molto sensibile alle tematiche sociali. Dallo sfruttamento minorile alla questione ambientale, era sempre pronto a dire la sua, voleva intervenire in modo costruttivo. So che era appassionato di palestra e che avrebbe voluto praticare boxe».
Increduli i compagni di scuola, che ora attendono la data delle esequie per ricordarlo degnamente anche in aula: «Sarà difficile adesso andare a scuola senza più trovarselo davanti. La sua classe era a fianco alla mia – dice una giovanissima ragazza – Ci siamo conosciuti all’inizio dell’anno perché capitava che venisse a scherzare nella nostra aula. Era un ragazzo sempre gentile ed era ben voluto da tutti qui a scuola, perché gli piaceva fare ridere chi gli stava accanto e a sua volta non voleva male a nessuno. Quando la notizia ha iniziato a diffondersi non volevamo credere che fosse lui. La moto per lui era una passione».
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