MODENA. Una vita straordinaria, dedita all’arte, agli affetti, ai problemi sociali, è quella di Andreina Bertelli, di cui viene inaugurata, da sabato 11 gennaio alle 18, alla Galleria Arte su Carte, in via Fratelli Rosselli 23, una mostra di oltre 40 incisioni all’acquaforte e all’acquatinta, scelte tra le centinaia di opere che l’artista ha realizzato nel Laboratorio d’Arte Grafica, in via Verona, diretto da Roberto Gatti che ricorda la collaborazione, sin dagli anni ‘80, che «è diventata amicizia e condivisione della comune passione.
Andreina ha saputo coniugare, da sempre, la sua innata vocazione al disegno con la pittura e, in particolare, con l’incisione praticata in modo costante, riuscendo a creare un proprio linguaggio autonomo e sapiente». Tenacia e perseveranza sono gli aspetti di una personalità forte, capace di affrontare delusioni, battaglie soprattutto per i diritti della donna, in una vita irrequieta, trascorsa in Lombardia, in Sicilia (si diploma al Liceo Artistico di Palermo) dopo aver sposato il pittore Italo Zoda, poi a Roma e dal 1986 a Formigine. Da segnalare che Andreina a 16 anni lavorava in una filanda e di sera frequentava la Scuola Libera Serale di Nudo a Brera (Milano).
Sono le diverse esperienze, con partecipazioni a dibattiti e i rapporti di amicizia con poeti, scrittori, artisti (Guttuso, Sciascia, Siciliano, Campanile, Maraini…), a forgiare il suo carattere di “pasionaria” che porta il suo mondo nelle incisioni.
L’amore, la morte, la memoria, il tempo sono i temi fondamentali delle sue opere grafiche che le permettono di tracciare percorsi della sua esistenza, con i giochi dell’infanzia, sogni, desideri, amori, il terrore della guerra. Ricorrenti le scene del circo, come luogo di magia di acrobati, giocolieri, animali, ma anche di malinconia, inquietudine, precarietà, fatalità di cui una donna regge i fili.Spazio importante alle figure femminili, orgogliose della propria natura di donna e di madre, ma pure al marito (“Italo mi ha conquistata e ha ricomposto i miei sentimenti”, rivela Andreina) rappresentato nei panni del cavaliere, con richiami all’Orlando Furioso dell’Ariosto, e a una poesia di Neruda che fa parte di una scena d’amore. L’attenzione alla parola poetica ha portato la Bertelli a tessere legami con poeti, come mette in luce il libro d’artista “Dalla Memoria un gioco”, del 1992, con cinque incisioni e i versi di Lisabetta Serra che rimandano ai giochi d’infanzia in tempi di guerra. In mostra, fino al 2 febbraio, anche un dipinto raffigurante “L’atelier di una pittrice”. —